Undici storie legate al femminile, eroico e simbolico….
- Cleta
- Carmencita
- Sayyida
- Skuma
- Lala
- Yennenga
- Gaia
- Rosetta
- Sahmeran
- Entella
- Lezan
Sahira
Introduzione:
Qui verrò a narrarvi di miti e di amori,
di leggende e di sofferenze,
della madre terra SAHIRA,
la dodicesima donna,
qui verrò a narrarvi di unioni e di distacchi,
di inizi e di conclusioni,
di donne e del loro percorso,
di emancipazioni, lotte e conquiste.
01- Cleta
(testo e musica di Giulia Tripoti e Claudio Merico)
La prima canzone dell’album SAHIRA (Karkum Project, 2023) è dedicata all’amazzone Cleta, che, per recuperare il corpo della sua amata regina Pentesilea (uccisa per mano di Achille), a causa di una tempesta, finisce sulle coste dell’attuale Calabria, dove fonda la città di Cleto.
Ahi perfido Achille che hai trafitto a morte il costato della mia principessa. In quella terra di Troia. Accorse noi amazzoni per difendere di Elena la libera scelta. Ora, sconfitta, torno verso casa o dove i violenti marosi sapranno condurmi. La Calabria o chissà.
Fluttui nel tempo
Amazzone in fiore,
nutrice della tua regina
nella terra d’oriente.
Ma una lancia nemica
trapassa la tua bella Pentesilea
e irata
parti prima dell’alba.
Sale la marea
con un briciolo di luna,
mare e naute stelle
ti guidano in altre terre.
Regni nel tempo,
i fiori, la terra, i monti, la sabbia
e la gente che ti omaggia la vita.
Ma contro di te si staglian le
grida e l’invidia da Kroton nemica
e cadi prima dell’alba.
Salva dalla marea
cavalcando onde e fiele
Cleto eterna dimora
di tutte le tue regine
02- Carmencita
(musica e testo di Giulia Tripoti e Claudio Merico)
La seconda canzone dell’album SAHIRA (Karkum Project, 2023) è dedicata a Carmen, gitana di Siviglia, che di giorno lavora in tabacchificio e di notte balla flamenco. Uno spirito libero e passionale. Uccidono il suo corpo, ma non la sua anima. Carmen incarna la forza e il carattere tutto al femminile.
Davanti al tuo corpo inerte oh Carmencita, piango. Corpo pieno di vita e voglia di vivere al quale i tuoi assassini non sono riusciti a togliere l’anima.
Tu gitana mai domata che la mattina montavi tabacco e la sera eri ebbra dei tuoi flamenchi.
Ti hanno ucciso ma non hanno spento la tua anima ribelle, oh Carmencita.
(lingua: italiano/spagnolo)
mal agüero
mal agüero
Sevilla al dì,
tabacco e foglie,
nessuna come te,
nadie es como tu.
Puros con amor
dalle tue mani,
niña è solo per te
este salario ganado.
Triana a ser,
selvaggia bellezza,
il fuoco dentro te,
el fuego dentro de ti.
Nessuna catena
per il tuo amore
libre come te,
ama e balla esta noche.
Carmencita se llama,
la mañana el tabaco,
la noche se va a bailar yele le le
Baila su alma
ye le le y su cuerpo
ye le le le
Gitana sei tu,
libera come un’idea
e chi non ti ama
tu lo amas.
Gitana eres tu,
senza paura,
niña che ti ama
te mata de amor.
Carmencita se llama,
por la mañana el tabaco,
la noche se va a bailar,
yele le le
mataron su cuerpo
ye le le pero no su alma
ye le le le
03- Sayyida
(testo e musica di Giulia Tripoti e Claudio Merico)
La terza canzone dell’album SAHIRA (Karkum Project 2023) è dedicata a Sayyida al-Hurra, la signora libera, regina di Tetouan, che riuscì a contrastare il predominio del Re Ferdinando II sul Mediterraneo, alleandosi con i pirati, per proteggere e vendicare i fratelli arabi e sefarditi scacciati da Al Andalus e costretti alla diaspora.
Morena la piratessa, mi chiamano. Sono soltanto un aiuto ai fratelli scacciati da Granada. Ora governa re Ferdinando e la sua sete di sangue per chi non si… converte.
Esule in Marocco, da Touan m’imbarco per la battaglia. Credo che questo sia mio giusto compito e di fratellanza dovere.
(lingua italiano/arabo/ladino/spagnolo)
Al andalus بيتي الحبيب
isola ormai piccola tra mille fiori.
صائد بهارات
tra le alte mura.
Questa è la mia terra
الفن والجمال
ماما و بابا
Moullay e Lalla
figli della stessa terra e diversa fede.
Sayyida Al-Hurra
Libera leonessa
fuerte mujer
ma fuori le mura
“Morena” me llaman
fuera de Granada
“Morena” me llamavan
cun desprèzo nella plaza
“Morena” me llamavan
Regina pirata
Morena me llamavan
Ma ora sovrana a Tètouan
Sayyida Al-Hurra
la mujer pirata
la mujer del gran mer Mediteran
La nostra nuova البيت الأزرق
ci accoglie e vi guardo dal mare
“Morena” me llaman
fuera de Granada
“Morena” me llaman
nel zenter de la plaza
“Morena” me llaman
leonessa pirata
“Morena” me llaman
sovrana di Tétouan
Regina della flotta
di ogni costa, di ogni onda
contro quei nemici che la scacciarono a Tètouan.
Con Baba Oruk salva i suoi fratelli umiliati,
deportati dalla reconquista nel mar.
04- Skuma
(testo e musica di Giulia Tripoti e Claudio Merico)
La quarta canzone del disco SAHIRA (Karkum Project 2023) è dedicata alla leggendaria Skuma di Taranto, la sirena di Taranto. Una storia di reciproco perdono. La bellissima ragazza Skuma sposata con un giovane pescatore di Taranto, cede alle lusinghe di un Principe e tradisce il suo sposo. Mortificata confessa l’accaduto a suo marito, che preso dalla rabbia la butta in mare. Skuma non muore, ma per la sua bellezza diventa la Regina delle sirene. Il pescatore, convinto di aver ucciso sua moglie, si dispera ed ogni giorno vive di rimpianti. Skuma regina, vedendolo sinceramente affranto, lo perdona e manifestandosi a lui decide di ritornare essere umano e abbandonare il mondo delle sirene. Per ritornare umana dovrà rubare il fiore di corallo bianco nel castello delle sirene e consegnarlo alla fata. Il pescatore dunque abbaglia le sirene con Ia sua barca piena di gioielli mentre Skuma ruba il fiore di corallo bianco, per consegnarlo alla fata. I due ritorneranno insieme come comuni mortali grazie alla magia della Fata, che con un colpo di bacchetta innalzò un’enorme onda che trascinò a riva i due amanti.
Non fare rumore. Le sirene dormono. Debbo rubare il fiore del corallo bianco per tornare ad essere umana come te. Non più sirena. Da te che un giorno per un mio tradimento mi buttasti a mare ed ora che ti ho visto piangere e disperare nonostante tutto voglio tornare a te.
(lingua: italiano/tarantino)
Scio’che cu’ vi(e)nd’
Sula mminz a mar’
penso al nostro tempo
scordando ogni male
scorgo la tua barca
da sola navigare
senza te mio amore
so s(i)ren’ abbasch’ a ‘mmare
Canta della
primavera
Skuma la regina
tra le onde regnò.
Canta della
Primavera
Skuma la regina
lascia questo regno
lasse-shè u-mal(e)timb!
cu shoc n’mminz a mmar’!
quant l penzier
M’scord tutt’ ‘o mal.
Rosso come il cuore,
corallo da rubare,
di nuovo insieme amore,
non piu’ sola in fondo al mare.
Canta della
Primavera
Skuma la regina
lascia questo regno
Canto della
primavera,
prima che il mio nome
fosse skuma.
05- Lala
(testo e musica di Giulia Tripoti e Claudio Merico)
La quinta canzone di SAHIRA (Karkum Project 2023) è dedicata ad una bambina immaginaria di nome Lala, alla leggenda rom del serpente domestico e al simbolismo indiano. Lala è una bambina che vive nel bosco vicino ad un villaggio rom della Bulgaria, assieme a tutti i serpenti. Sarà proprio lei a rassicurare tutti gli abitanti rom del villaggio vicino portantogli i serpenti con offriranno loro la protezione della famiglia e della casa.
Oh Lala accorri. Noi non abbiamo il serpente protettore! Oh Lala aiutaci. Dona anche a noi il serpente protettore.
Te lo cantiamo in coro, non lasciarci o Lala senza del serpente la protezione.
Oh Lala, noi non li scacceremo, non li schiacceremo ma li accudiremo affinché sappino vegliare su di noi e sulle nostre vite.
testo (ITALIANO, BULGARIAN, ROMANì)
малката Лала им изпрати змиите
малката Лала им изпрати змиите
излезте от гората
водете ги до тях
Milos ne ha un bianco,
lo chiama il figlio di Devloro
Tamas ne ha uno tutto nero
dice che è il figlio della kher
малката Лала им изпрати змиите
малката Лала им изпрати змиите
излезте от гората
водете ги до тях
Striscia nel focolare,
bimbi, madri e padri,
fortunati dalla tua coda,
dormon beati e sognan che:
me dikhlem jekha raklja
i but sap ande veš
me dikhlem jekha raklja
i but sap pasze len
Infelice chi lo ha cacciato,
fortunato chi lo ha colpito,
nera casa baxt kalì
più nessuno vi accudirà.
Lasciate che il sap arrivi
Meken o sap i Lala iklól
khere
“kon san tu?”
“Me bučhóv Lala”
“Če balvál anda tut?”
“Avilém te prinğaráv tri familija.
Tumende avena sapa.
T’avén baxtalé phralale Romale!”
малката Лала им изпрати змиите
малката Лала им изпрати змиите
06- Yennenga
(testo e musica di Giulia Tripoti e Claudio Merico)
La sesta canzone del disco SAHIRA (Karkum Project 2023) è dedicata alla principessa Yennenga del regno di Dagomba, spirito libero, che scappando dalla imposizione patriarcale al servigio miliziano, conquista indipendenza e amore, diventando fondatrice e prima Regina del regno di Mossi che darà vita al Burkina Faso.
Mio amato.
Le tue labbra secernano miele.
Quello che un giorno fecondo’ il mio ventre.
Dal quale sboccio’ nostro figlio.
Per lui un grande compito è assegnato.
Fondare una civiltà. Domani uno stato.
Onorando leggende e miti di più paesi.
Burkina Faso o che altro.
Mio padre non voleva facessi tutto questo!
(lingua italiano / moosì more)
Napoko e re Nedega
del Dagomba.
rĩm-poaka e moognaba
e bi-pagà
Yennenga
Napoko e re Nedega
la tenevano
in bãens-roogo
[Una vita immolata a palempaoko]
zab-zabda bi-pagà Yennenga
voleva nonge
Yennenga – fɩlem-fɩlem
zab-zabda – non kãad-taaga
Da baga si faong teoogo
e lasciò la sua bãens-roogo
Yennenga chiedeva solo
nong-taaba e bɩ
Yennenga kaoko fuori naam
zab-zabda divenne sposa
dal noanga che la salvò dalla fãage
fɩlem-fɩlem – Yennenga – fɩlem-fɩlem
zab-zabda – Yennenga kãad-taaga
07- Gaia
(musica e testo di Giulia Tripoti e Claudio Merico)
La settima canzone di SAHIRA (Karkum Project 2023) è una storia originale dedicata alla Madre Terra, alla fiaba persiana del principe serpente e il simbolismo indiano legato al culto di Adi Bhumi Deva.
Qui vi racconterò la favola di
GAIA.
La favola della principessa Madre Terra e del suo amore per il principe serpe.
La favola della pelle del serpente bruciata e del principe scomparso.
La favola della principessa che per ritrovare il suo amato percorre 108 lune.
La favola della lotta col genio malefico e della liberazione del principe.
Adì Bhumi Deva.
In un tempo senza memoria
Gran Visir e Re sognavan
pace, progenie e prosperità.
Un fiocco rosa, dolce fanciulla,
uno azzurro, ma di serpe nera,
e il regno sussultò.
Per amore, ragazzo serpe,
lei bruciò invano la tua pelle,
ma prigioniero nelle indie andò
Senza timore, 108 lune,
la fanciulla camminò
e il nero cinghiale l’annunciò.
Un leone e una formica
a guardia del suo prigioniero
amore, dolcemente lei placò.
In fuga nel mare oscuro,
demone nero e la speranza
nel Dio che lei invocò.
Apparve in cielo Vishnu Cinghiale nero
che il demone annientò.
Regina, protetta, Madre di tutte le creature,
g’arati e darimba.
08- Rosetta
(musica e testo di Giulia Tripoti e Claudio Merico)
L’ottava canzone di SAHIRA (Karkum Project 2023) è dedicata a Rosetta, leggendaria bambina di Viterbo, e al simbolismo indiano.
La dolce bambina (l’innocenza nel simbolismo indiano Shree Ganesh) aiuta i poveri donando cibo in periodo di carestia, nonostante il contrasto del padre avaro, grazie all’aiuto di un miracolo. La bambina incarna l’innocenza di Shree Ganesh, colui che rimuove gli ostacoli, difende le buone azioni e semina difficoltà sul cammino dei malvagi.
Il mio nome è Rosetta e vivo a Viterbo in questi anni infausti di fame, tanta fame e cerco per quanto posso di dar da mangiare agli affamati. Ma mio padre che è tanto avaro quasi me lo impedisce. Riuscirò nel mio compito, padre, nonostante i tuoi rimproveri e i tuoi divieti!
Ma tutt’ad un tratto qualcosa sembra smuoversi. Tutti gli affamati sembrano prendere coscienza e mi si stringono intorno, riconoscendo il mio ruolo.
L’innocenza ha il volto di una bimba,
la generosità il suo sentimento,
tra le pieghe del suo grembiulino
doni e favole per chi non può sognare.
Ma un padre vecchio, avaro e sospettoso
non può vedere con soave innocenza,
cerca l’inganno ma trova solo devozione,
rose rosse il miracolo ha creato.
“Bella Rosetta, portale le rose
E recita per me cinque Ave Maria.
Devo tornare al campo a vendemmiare
mia dolce bambina, così potrai mangiare”
Se con il cuore, i sogni posson realizzare
mille fantasie e desideri di una bimba.
Tra le pieghe del suo grembiulino
doni e favole per chi ora può sognare.
09- Şahmeran
(musica di Claudio Merico e Giulia Tripoti)
La nona canzone di SAHIRA (Karkum Project 2023) è dedicata alla leggenda anatolica (di origine persiana) Şahmeran, regina dei serpenti, uccisa da uomini malavagi, ma rimasta viva nel ricordo e nella persona del suo amato.
Vago di montagna in montagna disperato nel ricordo della mia amata. Nei villaggi dove raramente mi fermo cerco di portare salute e guarigione, come lei un tempo mi aveva insegnato. Sahmeran, la regina dei Serpenti guaritori. Perfidi sgherri me ne privarono ma vennero puniti per tal oltraggio mentre in me profuse conoscenza e protezione. Ogni tanto nella solitudine della notte urlo il suo nome, Sahmeran, le montagne mi rispondono ed io vado avanti, avanti, senza fermarmi mai.
10- Entella
(musica e testo di Giulia Tripoti e Claudio Merico)
La decima canzone di SAHIRA (Karkum Project 2023) è dedicata alla principessa (dal nome sconosciuto) a capo dell’ultima resistenza araba dalla conquista normanna e di re Federico II. Ella difese fino all’ultimo la Rocca di Entella e prima di togliersi la vita, finse una resa, uccidendo con l’inganno trecento tra i migliori cavalieri. Si immagina che la sua anima vaghi ancora nella Rocca.
Non saprete mai il mio nome perché esso è morto con me. Sepolto forse nella rocca di Entella. Via nemici conquistatori, dalla mia terra! Difendo ad oltranza il nostro arabo diritto a non essere da voi sopraffatti. E il vostro numero non mi fa paura. Trecento o mille che siate!
Era calata la luna, notte nera.
Sento già il normanno nella via,
come un tuono
dalla prima linea in fondo,
mura fragili,
con coraggio perdo tutto.
Eran già pronti alla mia resa,
espugnar la fortezza di Entella mia.
Per vendetta
di trecento cavalieri
feci polvere,
con l’inganno presi tutto.
Vago senza tempo,
come fosse sempre ieri,
vivo nella grotta
di Entella mia.
11- Lêzan
(musica e testo di Giulia Tripoti e Claudio Merico)
L’undicesima canzone dell’album SAHIRA (Karkum Project 2023) è dedicata ad una ragazza curda immaginaria di nome Lêzan, che non può vivere con il suo amore a causa delle divisioni e discriminazioni territoriali. Rimangono vivi in lei l’amore per il suo popolo e per la sua terra.
Storie di muri. Visibili o non visibili. Storie di separazioni forzate.
Io sono sulla montagna e ti vorrei qui accanto amor mio. Ma tu sei di là, forzatamente da me separato.
Avete visto sui giornali le mille fotografie di noi, le belle ragazze kurde ed avete capito molto poco della nostra lotta ma più della nostra avvenenza.
Oggi non vi chiedete quante di noi sono rimaste uccise ma continuate a dirvi: Quanto erano belle!…Sono sola sulla montagna, sempre più sola e tu non sei con me.
(testo in italiano / kurdish)
Quando Lêzan sale alla montagna
non c’è, il suo amor non è con lei.
Lêzan li çiyayê jor in
Evîna wê ne bi wê re ye
Lezan li serê çiyê bi tenê ye
Evîna min a şîrîn,
çiyayên min ên bilind,
ezmên min ên kêfxweş,
ev mala min e
Hevalên min ên
delal li çiya ne,
lê ez nikarim silavan bibêjim,
ji ber ku ew pir dûr in
Lêzan, Lêzan, Lêzan…
Evîna min a şîrîn,
le mie alte montagne,
ezmên min ên kêfxweş,
questa è la mia casa
Lêzan, Lêzan, Lêzan…